Quale è la patria della comicità? Per rispondere a questa domanda si dovrebbe forse prima capire cosa sia la comicità. Ebbene migliaia e migliaia di tentativi di dare una definizione alla comicità sono praticamente serviti solo a confondere più che semplificare, escludere più che includere. E allora forse vale la pena accettare l’unica definizione esaustiva della comicità che ci è data dall’enciclopedia online Treccani: la comicità è una cosa seria.
E’ in questo senso che i comici italiani hanno fatto scuola in tutto il mondo perché la comicità all’italiana non è solo un semplice far ridere ma anche un riuscire a far riflettere, presentando argomenti anche molto complessi in modo da mettere a proprio agio e suscitare l’interesse anche in colui il quale rifugge dalla complessità. Con i comici italiani, quindi la comicità diventa anche uno strumento di denuncia sociale. E’ solo se teniamo ben presente questa considerazione di fondo che possiamo comprendere perché una figura come Beppe Grillo possa essere inserita a pieno titolo tra i comici. Un elemento che maggiormente caratterizza i comici italiani è rappresentato dal loro legame con le tante tradizioni culturali che compongono il mosaico dello Stivale. In tal senso, un comico come Totò ha senso solo in quanto napoletano e, per stare più vicini ai giorni nostri, un comico come De Sica ha senso solo come romano e uno come Boldi ha senso solo in quanto milanese. Certamente il palcoscenico napoletano è una delle fucine per la comicità italiana, grazie allo stesso carattere partenopeo, ma è più in generale tutta l’Italia delle Regioni a poter essere considerata la patria della comicità. Per provare questa caratteristica sarebbe sufficiente andare a guardare l’elenco dei comici italiani. Decine e decine di nomi che hanno fatto la storia della comicità appaiono su Wikipedia se si cerca la key “comici italiani”. E si tratta solo dei più famosi, di chi ossia grazie alla sua arte, è uscito dai confini della madrepatria e spesso anche dai confini dell’Europa.
Comici italiani: come muovere i primi passi
Partiamo dal presupposto che nel nostro Paese esistono prestigiosissime scuole della comicità, istituzioni in grado di sviluppare un’arte che è innata. Inoltre con l’avvento del piccolo schermo, sono stati lanciati tanti programmi televisivi che vanno proprio a caccia di personaggi (è il caso davvero di dirlo) in grado poi di diventare comici italiani affermati. E’ questo, ad esempio, il caso di noti programmi tv in onda sulle reti Mediaset come Colorado ma anche e soprattutto Zelig.
Ma cosa si deve fare per diventare comici? Mai con in questo caso la domanda è posta in modo errato. Il fatto è che la comicità può essere certamente perfezionata ma solo se esiste una innata dote di base. Il comico, per dirla in altre parole, non si limita a recitare un copione, poiché se così davvero fosse allora tutti potrebbero diventare comici. Certamente però le varie scuole di recitazione ma anche di cabaret sono un ottimo aiuto per potersi lanciare e sperare, un domani, di diventare comici italiani affermati. La gavetta, comunque, è la compagna di viaggio del comico. E questa è una sorta di regola base.
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